Un reportage fotografico di Federico Parenti e una mia lettera
di Ovidio Della Croce
Da “La Voce del Serchio” rubrica “Finalmente domenica!” del 7 settembre 2015
Ho conosciuto Federico Parenti una sera a San Giuliano con Massimo Bacci. È un fotografo professionista. Gli piace fare ritratti e fotografare concerti. Mi ha colpito la concentrazione e il sorrisino che gli viene mentre scatta una foto. Un sorrisino che dice: ora ti faccio vedere una cosa che conosci da una diversa prospettiva. Gli ho chiesto di raccontarci il Parterre e lui è stato felice di farlo. E noi gli siamo grati per averci donato il suo fotoracconto.
Caro Parterre,
con te ho un legame sentimentale, fatto di ricordi e di giochi. Dall’estate del 2004 siamo diventati anche amici di penna, e con Federico Parenti amici di fotografia. Forse quello che è stato detto e scritto non è stato detto e scritto abbastanza, dunque aggiungo questa lettera. È bello scriverti, ritrovarti sempre lì, composto, in attesa. Lo so, è inutile che tu me lo ripeta, sono più di undici anni che sopporti di essere diventato un parcheggio. Hai ragione, il primo protocollo d’intesa che ti ha trasformato in parcheggio fu firmato l’11 giugno 2004 e diceva che era solo per tre anni rinnovabili per periodi anche minori, una destinazione temporanea che speravamo fosse anche breve. Undici anni, questi politici sono sempre in ritardo. Per favore, smettiamola di dire male: siete in ritardo, amici, datevi una mossa, frasi così ora non servono, magari la questione è più complicata e non riguarda solo i politici. Proviamo invece a dire: bene, forza, ci siamo quasi, tutti insieme, non perdiamo altro tempo.
Venendo dalla stazione, poco dopo lo spazio dell’ex stabilimento industriale Lazzeri che piano piano sta diventando un nuovo insediamento abitativo che potrà accogliere circa 150 persone, 5000 mq di verde pubblico e 2000 mq di parcheggio (per complessivi 23339 metri quadri, come risulta dalla scheda norma) ci sei tu, vecchio giardino, antichi pini, tre secoli di storia.
Prima della tua vicenda c’è stata quella della riqualificazione della zona dell’ex stabilimento industriale Lazzeri, se non partiva quel recupero non si poteva creare un parcheggio pubblico che potesse permettere che tu ritornassi a essere soltanto un parco. Dopo più di vent’anni, caro Parterre ricorda la promessa di provare a non dir male, nel 2008 è stato approvato il Piano di recupero della ex Lazzeri. Sapevo che l’intervento era diviso in tre lotti e il primo prevedeva proprio la realizzazione di un parcheggio provvisorio per “liberare quella parte del Parco dei pini che ad oggi è adibito a parcheggio”. Il nuovo parcheggio non è segnalato ma ora c’è, qualcuno già ci parcheggia, ma le auto sono poche, penso che si possa procedere in fretta nel valutarne l’agibilità e, a quel punto, si ripulisce per bene il viottolo di collegamento tra te e il nuovo parcheggio, via le macchine e finalmente ecco che sei di nuovo un parco. Malmesso, ma sei soltanto un parco. Allora dovremo farti di nuovo bello come prima e più di prima, dare inizio a una riqualificazione che recuperi il tuo vecchio fascino e funzione, in modo che tu possa accogliere al meglio le persone che vorranno passare un po’ di tempo con te.
Mi piace passeggiare, specialmente a San Giuliano, traverso la piazza e ti raggiungo, spesso incontro Giulio che lì con te è a casa. Ancora conservi qualche tratto della tua antica bellezza voluta dal Granduca Pietro Leopoldo e dalla Regia Opera dei Bagni nella seconda metà del Settecento. La tua era una bellezza di un “giardino alla francese”, un tentativo di dare ordine alla natura. Parterre appunto e non Parco dei pini, perché allora c’erano i platani punteggiati da panchine di marmo bianco. Bello il lavatoio pubblico che dicono ci fosse tanti anni fa vicino al ponte. Mi piacerebbe chiederti delle lavandaie con i cappelli raccolti e le gonne lunghe, e degli uomini sul ponte, baffuti e con i cappelli di paglia. Parterre, la parola però “indica anche i posti di platea nei locali di pubblici spettacoli”, scrive Luciano Bacci nei “Racconti del fosso”.
Questo è il tempo di ammirare i luoghi dove siamo nati e che ci hanno formato, dei quali conserviamo memorie e tu, caro Parterre, per me sei stato uno dei luoghi simbolici del mio paese, luogo di bambini, amici, innamorati, lettori, spettatori. Proprio lì da te “si svolgeva qualsiasi manifestazione atta a portar sollazzo ai Bagnaioli e ai loro ospiti”. Per esempio, al posto del parcheggio e delle transenne prima c’era un vecchio cinema all’aperto, una costruzione in mattoni, poi diventata un rudere. Allora mi pare naturale copiare quello che c’era tanti anni fa, e lanciare un concorso di idee per realizzare una struttura leggera, in sintonia con un “giardino alla francese” per fare festa in un luogo, insieme a quel luogo.
Da queste poche righe, Parterre caro, avrai capito che è molta la nostalgia che sento. In una metà del piazzale sono stati tolti i mezzi Sava, c’è un cartello di divieto di sosta, ma è a terra, ci sono le transenne metalliche e, nell’altra metà, molte macchine parcheggiate. Ma la nostra promessa è di provare a pensare bene, immaginiamo che tra un mese o due tutto questo non ci sia più. E subito dopo penso che il Comune possa trovare le risorse finanziarie dagli oneri di urbanizzazione dell’ex Deta Lazzeri per dare vita a un progetto partecipato per una tua definitiva sistemazione a parco. Io, insieme a Massimo, Giulio e molti altri, non vediamo l’ora. Eh sì, riprendere la penna e dirti: guarda come eri malandato e guarda ora come sei bello.
Ti saluto con l’affetto e gli auguri miei, di Federico, Massimo, Giulio e tanti altri tuoi amici.
Fonte: Fotografie di Federico Parenti
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odellac agosto 2017
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