Ovidio Della Croce
Da “La Voce del Serchio” rubrica “Finalmente domenica!” del 19 ottobre 2014
Se l’articolo vi sembra lungo, guardate soltanto le fotografie sbiadite che ho scattato ieri. Fanno venire in mente gli alberi dolenti dipinti da Vero Pellegrini.
Ci sono due parole inquietanti, riferite a due specie di alberi, che ho letto qualche giorno fa: Colletotrichum Gloeosporioides e Ceratocistys fimbriata. Il primo è un fungo, meglio conosciuto come “lebbra dell’olivo”. Ne ha scritto Tiziano Nizzoli sulle “Rubriche” della Voce e rimando al suo articolo a proposito del “ko ricevuto dalla produzione olearia nei Monti pisani” e alle osservazioni del prof. Giovanni Vannacci. Il secondo è un fungo, meglio conosciuto come “cancro colorato del platano”, e qui vengo al punto.
L’azione del fungo Ceratocistys fimbriata ha propagato il “cancro colorato” che ha colpito i platani di Boboli, un viale di un centinaio di metri nel centro di San Giuliano, la cui bellezza sta nella sua semplicità: una doppia fila di platani lungo un tratto del Fosso del Mulino che invoglia a passeggiare. Qualche sangiulianese lo chiama “salotto verde”, una bellezza che ha fatto sempre mostra gratuita di sé stessa da più di duecento anni. Nella mia vita ci ho passeggiato moltissimo, era bello passeggiare in Boboli, magari fermarsi, sedere su una panchina a contemplare gli alberi conversando con qualcuno o con sé stessi, lievemente, senza preoccupazioni. “La bellezza salverà il mondo”, scrisse una volta Dostoevskij. A vedere ora viale Boboli direi una bellezza sbiadita a contrasto della malattia “colorata”. Una bellezza dolorosa, priva di vita.
Il sindaco Sergio Di Maio ha dovuto prendere subito a cuore il poblema. In una delibera di Giunta del 17 luglio u. s., afferma:
“Gli interventi sul Viale Boboli, nel capoluogo, per il mantenimento delle caratteristiche del Viale stesso, si configurano come interventi di notevole importanza sia sotto il profilo fitosanitario, sia sotto il profilo della conservazione del paesaggio e della memoria storica, e che per tale motivo, sono in corso verifiche con il Servizio Fitosanitario della Regione Toscana per l’individuazione puntuale degli esemplari da abbattere per il contenimento della propagazione del patogeno Ceratocistys fimbriata, e che data l’importanza dell’intervento, saranno organizzati specifici incontri pubblici per garantire la partecipazione della popolazione”.
Il sindaco Di Maio ha il merito, in questa prima fase della legislatura, di essere molto presente sul territorio e il 19 settembre era in viale Boboli subito dopo che un forte temporale fece cadere un grosso ramo. La preoccupazione di molti cittadini è che, a causa della malattia che ha infettato i platani, possa essere pericoloso passeggiare come si è sempre fatto in quel viale e ancora di più in un paese ventoso come San Giuliano e nei periodi di forti, improvvise e purtroppo frequenti precipitazioni. E se ciò accade non è certo per colpa dei platani. Così che l’Amministrazione comunale è stata costretta a una chiusura parziale e temporanea di viale Boboli. Ora, dopo l’abbattimento di alcuni platani per un costo di circa venti mila euro se non leggo male le cifre stimate in delibera, il viale è riaperto: il primo tratto mostra il doppio filare dei vecchi platani, ma alcuni di loro sono vuoti dentro, cavità prive di vita. Al centro del viale si vedono a terra i primi ceppi dei platani tagliati, se si prosegue fino in fondo se ne contano una trentina, sostituiti solo in parte da piccoli platani. E qui torniamo al cuore del problema. I platani malati di viale Boboli somigliano agli alberi vuoti, sbiaditi, umani e dolenti dipinti da Vero Pellegrini, grande incisore e pittore che abita proprio di fronte al viale. C’è il rischio serissimo che per un viale di interesse paesaggistico, il viale che il Granduca Leopoldo volle chiamare col nome dei suoi giardini fiorentini, possano essere compromesse la “conservazione del paesaggio e della memoria storica”, come si legge nella sopracitata delibera.
La lotta al “cancro colorato” è obbligatoria ai sensi del Decreto Ministeriale del 29 febbraio 2012, recepito dal Servizio Fitosanitario della Regione Toscana. Viale Boboli è stato individuato, già nel 2012, “zona focolaio” e pertanto soggetto al Piano d’azione regionale per contrastare in Toscana la diffusione di Ceratocystis platani, “cancro colorato del platano”. Se non ricordo male, dopo un monitoraggio e una perizia di stima degli interventi da effettuare sul viale Boboli, il primo è stato fatto solo ora in seguito al temporale settembrino. Inutile osservare che, se fossero stati fatti due anni fa puntuali interventi di contrasto all’infezione dei platani, le conseguenze sarebbero state meno disastrose in termini di propagazione del fungo, e gli interventi di contenimento meno costosi per l’Amministrazione e i cittadini.
Fare qualcosa per “il mantenimento delle caratteristiche del Viale stesso” ora è complicato per la sproporzione tra la rilevanza del problema rispetto alle ristrettezze di bilancio. Ma qualcosa dobbiamo fare. Intanto informare i cittadini e il sindaco ha ragione quando su questo problema impegna la Giunta e l’Amministrazione nell’organizzare “specifici incontri pubblici per garantire la partecipazione della popolazione”. Alcune domande sono già state poste da un gruppo consiliare con una interrogazione: quante sono ad oggi le piante di platano contagiate dal Ceratocistys fimbriata, quando è previsto l’intervento in ottemperanza del decreto regionale e se si intende proseguire con una piantumazione in sostituzione delle piante abbattute per ricreare le caratteristiche storiche e ambientali del viale. L’attuale Giunta sa bene che una fase difficile come questa si può affrontare con qualche speranza di venirne fuori solo con il coinvolgimento dei cittadini. Dunque, speriamo di rivederci presto in viale Boboli. Non è solo una questione di platani.
odellac agosto 2017
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