Ricordo di Antonella

di Gabriele Santoni 3 agosto 2020

Antonella Bucchioni, la Buccia, era una donna straordinaria. Un’insegnante amata da tutti, una studiosa curiosa, intelligente e arguta. Una filosofa di razza. “La semplicità che è difficile a farsi”. Piena di interessi e amicizie. Buona nell’anima. Lontana dal potere e dalla ribalta. Distante fin dalle elementari dalla banalità.  Io l’ho conosciuta da sempre e, nonostante che negli ultimi venticinque anni non ci frequentassimo come un tempo, ogni volta che capitava di ritrovarci insieme, bastava un minuto per riorganizzare gli stessi cazzeggi di quando avevamo quindici anni. È accaduto anche quando non stava già bene e che piacere vederla ridere. Ci volevamo un bene senza tempo. Di granito. Così come con altre amiche o amici di Molina di Quosa che stamani la pensano da lontano.

Fra le tante cose che mi sono affiorate alla mente in queste ore ce n’è una straordinaria, “cazzona” e delle meraviglie. La sua esibizione sul palco de Lo Sparviero, la balera di Molina di Quosa, al concorso canoro di Carnevale nel 1967, non avevamo ancora 9 anni. Con Cinzia Tenducci in coppia vinse la gara. Cantavano, quelle bimbe, Winchester Cathedral e lei indossava un vestito beat a fiori cucito dalla Anna, la sua grande mamma. Quante volte l’abbiamo ricordato, ridendo del fatto che lei, in quella esibizione passata alla storia, aveva cantato solo il ritornello: Da da da da da!!! Ma gli artisti, si sa…!

Ciao Anto, fai bei sogni. E un bacio grande grande a Susi.

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