Improvvisamente ci ha lasciato Marzio, è successo sabato diciotto agosto duemiladiciotto. Era molto caldo. Marzio faceva le cose di tutti giorni, sua moglie Simonetta gli ha ricordato di portare i fiori al cimitero sulla tomba della figlia Chiara perché il giorno dopo ricorreva l’anniversario della scomparsa. Marzio non ha avuto il tempo di andarci, si è seduto sull’ultimo scalino, si è appoggiato con la schiena e in poco tempo si è spento. E le rose sono rimaste sulle scale accanto a lui. Quando sua figlia Irene l’ha visto sembrava dormisse. Marzio ci ha lasciato così, all’improvviso, senza soffrire.
Per me Marzio era un amico. Lo ricordo molti anni fa in piazza a San Giuliano al bar Vittoria, sua madre, che lo gestiva con sua zia Argentina. Gli piaceva andare in vespa e ruzzare con tutto, buffe le sue storpiature di parole, per esempio quando faceva scivolare l’accento tonico da cìntola a cintòla. Era un appassionato di caccia e pesca, un ambientalista convinto, era uno spettacolo sentire le sue imitazioni dei fischi degli uccelli.
Da piccolo era molto vivace, forse anche un po’ birbante e per questo probabilmente a scuola non valutato sempre con imparzialità, la leggendaria domanda irriverente alla maestra Gigli pare sia da attribuire a lui: Ma lei i dieci se li ficca tutti in culo?
Mi piaceva questo suo essere un bambino ribelle, era più grande di me e lo temevo anche un po’. Scoprii presto che era un collezionista, lo vidi contento quando da piccolo gli vendetti il primo numero della prima serie di Diabolik a cinquecento lire (ora potrebbe valere cinquemila euro). In tempi più recenti, la prima domenica del mese, qualche volta veniva in paese in occasione del mercatino “Antiqua” e non andava mai via a mani vuote, riusciva sempre a trovare un oggettino particolare. Oppure gli piaceva tornare al circolo Arci per salutare i vecchi amici. Con l’età non aveva perso quella sua aria ragazzina e mi faceva molto piacere incontrarlo. A volte lo vedevo spuntare a qualche riunione in cui si parlava di un libro o di un problema che lo interessasse. Aveva sempre un sorrisino curioso sulla bocca, ma quando prendeva il microfono per parlare diventava serio, si concentrava ed esprimeva le sue idee sempre ben documentate.
Marzio ha vissuto circondato dall’assenza di sua figlia Chiara, giovane giornalista di Report scomparsa tredici anni fa. Non penso che sia mai riuscito ad elaborare il lutto, Chiara ha continuato ad essere presente nella sua vita e ha partecipato sempre alle iniziative che il Comune di Vecchiano ha dedicato a Chiarina, videogiornalista di impegno sociale mai ricordata abbastanza. Anche Chiara Baldassari ci ha lasciato all’improvviso il diciannove agosto duemilacinque.
Marzio aveva vissuto a San Giuliano e a Nodica, poi si è trasferito a Santa Maria dove questa estate ha dato una mano alla sagra paesana e alla pulizia del campo sportivo. Ero affezionato a Marzio, mi stava simpatico, e sono contento di averglielo fatto capire in qualche modo e per tempo.
Ai familiari le mie sentite condoglianze.
odellac settembre 2018
Foto: Il Sindaco di Vecchiano Massimiliano Angori e Marzio Baldassari presentano agli studenti il progetto formativo in memoria di Chiara Baldassari (da La Voce del Serchio, 30-1-2018)