L’altra sera è morto Marino, un uomo così speciale e conosciuto solo per nome che in paese quasi ci si è dimenticati che di cognome fa Venturi. Lui era Marino e basta. Ma era anche molto di più. Ha lavorato come infermiere in chirurgia, ora era pensionato ma continuava a venire nelle case sei sangiulianesi per fare le punture. Ricordo quando per un periodo è venuto da mia madre. Durava un po’ di fatica a fare le scale, ma sempre col sorriso sulle labbra diceva con la sua bella voce squillante: “Tati, punturina!”.
Quando qualcuno passava di piazza, lui, su una panchina o seduto su una sedia davanti al Circolo Arci, salutava tutti e aveva sempre una battuta pronta. L’ho visto per l’ultima volta su questa terra una settimana fa. La malattia non gli ha mai tolto il sorriso, quando lo incontravi la sua bella faccia metteva allegria. Quando tornavo a casa e lo incontravo mi trattava bene e mi riservava sempre qualche parola buona, come era lui e così, alla sua maniera, mi regalava un attimo di felicità. Gli piaceva la buona cucina, era schietto con gli amici con i quali giocava a settimino. Non so dire se l’ultima partita l’abbia vinta o persa. So che Marino non ha mai perso la sua scansonatezza. Ciao Marino, è stato un piacere e una fortuna averti incontrato. Un abbraccio ai tuoi figli e a tutti i tuoi cari.
Venerdì 1 settembre 2017
odellac
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