Saluti e salute da San Casciano dei Bagni

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Cara Silvia,

ti è passato il raffreddamento? Ti scrivo da un tempo ritrovato. Sono in Piazza Matteotti, la piazza principale di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, davanti a un panorama aperto nell’azzurro, mentre brindo al passato con un classico vermentino locale. Sono nel comprensorio termale più importante d’Italia, con circa quaranta sorgenti.

A volte è tutto come deve essere. Prenoti una visita guidata e, come all’improvviso, sei al Monte Santo, cuore dell’archeologia di San Casciano. Sei lì, davanti alle acque calde del Bagno Grande, la principale delle sorgenti di San Casciano e la più importante d’Italia, dove si può ancora fare liberamente il bagno nelle antiche vasche in acqua a trentasette gradi. Qui c’è lo scavo, si può immaginare l’antico fedele che scende tre scalini, entra nella vasca sacra circolare per l’abluzione e trova la stessa temperatura. Come duemila anni fa e anche di più, ti viene la voglia di chiedere qualcosa per il tuo benessere e la tua salute agli dei e allora lasci un’offerta, come facevano gli etruschi con un bronzetto o i romani con una moneta. Qui sono state trovate circa seimila monete e anche ex voto, alcuni dei quali sono esposti nelle teche della piccola esposizione allestita in Comune, in Piazza della Repubblica, da dove parte la visita con una guida d’eccezione, l’archeologo e direttore degli scavi Emanuele Mariotti.

Credimi, non lo dico io, lo sostengono gli studiosi, siamo di fronte alla più importante scoperta archeologica fatta nel nostro pase dal dopoguerra. È una vasca sacra di epoca romana, proprio al di sotto delle vasche termali libere, un monumento di grandi blocchi di travertino, con colonne intorno, un Santuario fondato da Augusto nei primi decenni del primo secolo dopo Cristo, un edificio di cura e di preghiera con un altare creato su un luogo di culto preesistente, che fu attivo fino al secondo o primo secolo avanti Cristo, nel tempo in cui la civiltà etrusca conviveva con quella romana. E in questa vasca, conficcate nel fango, sono state ritrovate ventiquattro statue in bronzo di età etrusca e romana. Il mondo che la scoperta di San Casciano ci restituisce è quello in cui si esaurisce la fase centrale della storia degli etruschi; il tempo è quello intorno al terzo secolo avanti Cristo, quando Vulci fu vinta dai romani nel 280 a. C. e Roma ha ormai conquistato l’Etruria. Ma molti di questi culti legati alle sorgenti di acque termali continuano a esistere per la politica di conquista e assimilazione dei popoli da parte di Roma, interessata a mantenere usanze e luoghi come questo Santuario, dove molte persone venivano a curarsi fino al quinto secolo dopo Cristo.

Ho cercato di trovare nella mia memoria qualche articolo che avevo letto sui giornali su questa meravigliosa notizia, ma erano introvabili, allora ho usato il cellulare. Per esempio, Gabriele Beccaria su La Stampa del 9 Novembre 2022, ha scritto I bronzi delle meraviglie:

“Un giorno gli dei tacquero, le statue furono staccate dai basamenti e deposte nelle acque termali, gli ex voto adagiati sul fondo della piscina rituale, le monete sparse qua e là, nel quinto secolo dopo Cristo l’ordinata operazione di smantellamento del sito sacro è diventata una capsula del tempo”.

Eh già, questo ritrovamento lo dobbiamo a chi, nel quinto secolo dopo Cristo, quando il Cristianesimo era la religione ufficiale dell’Impero romano, smontò, come si fa con il lego ma con uno sforzo enorme, quella specie di pronto soccorso a base di acqua calda emanata dalla divinità, smantellò quella piscina sacra, un luogo di ricerca della salute e dove ci si raccoglieva in preghiera. Si smontano le colonne e i capitelli e vengono disposti, con calma e ordine, i pezzi al lato della vasca, le statue riversate nella vasca come per rispetto alle divinità, per preservarle dalle insidie del tempo. Così, per mille e cinquecento anni, questi materiali sono rimasti sottoterra, si sono confusi con le ondulazioni del paesaggio, ma le polle di acqua calda sono rimaste. Ora ci troviamo di fronte a resti archeologici così come sono stati lasciati dall’antichità, importanti perché inseriti nel loro contesto e senza che siano state preda di tombaroli né che siano state disperse importanti informazioni mediche, religiose e sociali.

Gli etruschi erano considerati dai romani maestri delle pratiche rituali collegati alla salute e alla credenza che il calore delle acque termali fosse emanato dalla divinità così, fino alla fine dell’Impero e anche nel sesto secolo dopo Cristo, c’era chi sapeva leggere l’etrusco e trasmetterne la sapienza. Ciò che è stato riportato alla luce con lo scavo viene dall’incontro tra due mondi in bilico, quello etrusco e quello romano, “è questa la lezione politica (nel senso più alto e meno fazioso) che esso può dare a questa nostra Italia del 2023”, scrive sul Fatto Quotidiano nell’articolo intitolato Il meticciato etrusco risorge a San Casciano dei Bagni Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, coinvolta direttamente con il professor Jacopo Tabolli, direttore scientifico dei lavori e ricercatore a tempo determinato, non di ruolo come molti nelle nostre università, ma fondamentali per l’avanzamento della ricerca e della conoscenza. Ai lavori di scavo e ricerca hanno partecipato studenti di tutto il mondo che hanno potuto scoprire sul campo il valore del multiculturalismo.

Le statue ritrovate, in buon stato di conservazione, rappresentano divinità curative del mondo classico etrusco e romano, alcune alte un metro, raffigurano diversi personaggi come Igea, la dea della salute, Apollo, Esculapio, Fortuna Primigenia, Ercole, Iside, che alla fine del secondo secolo diviene la divinità principale del Santuario, come mostrano alcune orecchie in bronzo ritrovate. Attualmente le statue sono in restauro, verranno esposte al Quirinale in giugno. Poi ritorneranno a San Casciano in un palazzo cinquecentesco di proprietà della Curia acquistato dallo Stato e che, appena terminato il restauro e l’allestimento, diventerà un museo che ospiterà tutti i reperti.

Scusami se cambio un po’ discorso. Mentre in giro per l’Italia e oltre si incontrano molte persone che non sono felici, mi pare di vedere che invece a San Casciano dei Bagni si vive un momento di incanto. La sindaca Agnese Carletti parla di felice collaborazione tra istituzioni diverse: un comune, un’università, il ministero. Quello che c’è di bello è che i dati sono a disposizione di tutti e la comunità condivide non solo l’accresciuto interesse del borgo che può portare a un piccolo grande “miracolo economico”, ma anche lo sviluppo e la condivisione della conoscenza. Provo a spiegarmi meglio con frase di Tomaso Montanari:

“Cesare Brandi, grande storico dell’arte senese chiedeva: a cosa serve dissotterrare tutta questa antichità? E rispondeva: per provare a dissotterrare dentro di noi la nostra umanità”. Questa è la risposta più importante, questo è il vero miracolo.

Dunque, ho pensato che in così poco tempo ho capito qualcosa e sono anche stato bene. Due culture diverse che, nella notte dei tempi, si integrano: gli etruschi dopo molti scontri cominciano a diventare piano piano romani e i romani che si appropriano pacificamente del Santuario; qualcuno che invece di utilizzare pezzi del Santuario lo protegge e lo nasconde; qualcun altro che, dopo tanto tempo, lo ritrova, lo cataloga lo studia e ce lo restituisce; le nostre istituzioni che cooperano in modo rapido ed efficace; i cittadini che entrano in contatto diretto con la conoscenza e il patrimonio culturale locale che gli apre la possibilità di leggere il presente con altri occhi. E uno come me che brinda con il vermentino fresco, emozionato come se fosse stato presente al momento del ritrovamento. Perciò, ti mando un saluto che pensavo quasi impossibile e spero che il tuo raffreddamento sia passato. Salute!

odellac marzo 2023

Foto di Susanna Vierucci