Putzu Idu: vacanza sarda con gatto selvatico

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È il gatto che circola intorno al mio rifugio sardo, di solito spunta la sera dal giardino dietro casa, traversa la terrazza mentre si cena e prende il sentiero delle falesie. L’ho fotografato mercoledì 22 luglio alle 6,15 mentre bevevo il caffè e ho spedito la foto a mia figlia Laura come regalino di compleanno. Come ogni mattina, appena sveglio, guardo l’orizzonte e lui stava lì, inatteso, sul muretto della terrazza che mi guardava con gli occhi sornioni da gatto. “Questo orribile mondo non è privo di grazie, non è senza mattine / per cui valga la pena svegliarsi”, mi sono venuti in mente questo versi della Szymborska davanti all’orizzonte e a quel gatto tremendamente elegante.

Io mica lo volevo quel gatto. Vagava intorno al mio rifugio sardo. La prima volta che l’ho visto non è scattato l’amore. Mica lo volevo in casa quel gatto. E lui ha fatto sciopero. “Aaahhh, un topo!” ha gridato una sera Susanna, “è sotto l’acquaio, corri, prendi lo spazzolone”. Così, armati di scopa e spazzolone, abbiamo fatto due ore di battaglia per scacciare un topolino dalla cucina. Alla fine eravamo stremati, la cucina sotto sopra, il topo in fuga. “E non c’è niente da fare / lo spettacolo ci diverte”, così finisce la poesia. Intanto il vagabondo felino gironzolava meravigliosamente divertito, felicemente anarchico, profondamente saggio, pareva dicesse: “Gli intrusi siete voi in questa casa solitaria”.

Poi siamo andati da due amici pisani che avevano affittato una casa sul mare vicino alla nostra e gli abbiamo raccontato la nostra piccola avventura col topo. Loro ne avevano quattro di mici, una famigliola che aveva preso possesso della veranda, delle sdraio e di quell’angolino meraviglioso a pochi metri dal mare. Il più grande pretendeva anche di salire sul tavolo. I croccantini tutti i giorni, la ciotolina con l’acqua, le coccole veloci e le carezze non richieste da quei gatti selvatici. A vacanza finita, quando i due amici si preparavano per partire, i gatti se ne sono accorti: uno di loro ha cominciato a miagolare e non finiva più, un altro vigilava la loro macchina, mentre gli altri due li seguivano in tutte le stanze mentre preparavano le valigie. I due pisani sono amanti dei gatti e si volevano portare a casa il micio più piccolo, ma il problema era l’imbarco e poi i gatti sono affezionati ai luoghi e non se la sono sentita di staccarlo dalla famigliola. Il micio è rimasto là e forse è stato meglio così.

Ora io volevo scrivere di quel corpo celeste che si faceva osservare tutte le sere dal solito terrazzo, che arriva da molto molto lontano, dai confini del sistema solare, e in questi giorni fa bella mostra di sé, la cometa Neowise. Tra pochi giorni ci dirà ciao ciao e tornerà tra 6683 anni, stando agli ultimi calcoli. Invece scrivo di un gatto arancione senza nome incontrato per caso nella mia vacanza nel Sinis nella prima estate degli anni Venti. Un souvenir di Putzu Idu. Questo è il nome della meta marina in provincia di Oristano che, con la mia famiglia, raggiungo ogni luglio ormai da molti anni. Ci torniamo perché il tran-tran turistico è poco e tanti i guizzi marini che possiamo fare immergendoci dalle diverse spiagge libere raggiungibili in bicicletta o a piedi. Niente stabilimenti balneari con piscine, niente hotel a molti piani, solo due alberghi. Nessuna sfilza di bar e negozietti, solo un mercato il giovedì mattina, qualche chiosco un po’ bruttino e un negozio chiamato La Sanitaria che merita una visita. La penisola del Sinis ha la sua forza nel mare, nelle falesie, negli stagni, nelle dune, nei fenicotteri rosa e negli agli selvatici. Qualche paesino nell’interno e una campagna bellissima. La sua preistoria e storia sono visibili a Tharros, un’area archeologica che si si spinge fino al mare e al museo di Cabras. E poi è bello fermarsi in qualche chiosco sul mare dove servono spaghetti arselle e bottarga, una seadas e un bicchierino di mirto, magari al tramonto. Basta, non c’è altro, tutto qui. Sarà per questo che siamo molto affezionati a questi luoghi? Credo di sì. Però ci metterei anche i gatti che girano liberi e senza pericoli. Da molti anni a Su Pallosu c’è un’oasi felina, i gatti giocano in spiaggia. Formidabile. Questa vacanza senza i gatti che ho incontrato sarebbe stata meno bella.

odellac luglio 2020