D’inverno le persone, come le lucertole, nelle belle giornate vanno in cerca del sole. È l’animalità che prende il sopravvento. Ma è così piacevole ogni tanto lasciare che la natura riprenda il suo posto di guida della nostra esistenza, anche se è una natura sempre accompagnata dalla costante presenza del nostro bagaglio di immagini, di emozioni, di consapevolezze.
Il pomeriggio si conclude nel tramonto che cancella tutte le presenze: spariscono le famiglie che giocano, i cani curiosi, la palla momentaneamente abbandonata , le badanti affascinate dal loro affabulatore di turno che le incanta con chissà quali storie e loro piacevolmente che si lasciano trasportare dall’illusione sapendo bene che sono davanti a un “ciarlatano”, i giovani fotografi che tentano esperimenti acrobatici, il solitario chitarrista. Il gabbiano saluta il sole e io rimango lì con un pugno di fotografie retoriche, banali ma per me piene di senso, il senso di un pomeriggio sereno in cui non è accaduto nulla, in cui tutto quello che mi è passato davanti non faceva altro che seguire il proprio corso e mi trascinava in questo lento scorrere senza meta.
gennaio 2012 massimocec