Nella costiera di Tramonti “C’è un piccolo gruppo di capanne di pietra molto antiche a mezzacosta che viene chiamato Menesteroli. Una storia dice che lì si è fermato Menesteo (un personaggio della mitologia greca, l’undicesimo mitologico re di Atene, che condusse un contingente di navi alla guerra di Troia). Era esausto ed era arrivato al limite che cercava”. La capanne che rimangono erano forse ricoveri dei contadini che coltivavano le vigne di questi luoghi, basse con fruttificazione a chicchi, dopo aver trasportato cesti carichi di sassi per costruire i terrazzamenti con i muretti a secco dietro ai quali “è stata raccolta -pugno a pugno, secolo dopo secolo – un poco di terra fertile, portata come fuoco votivo dalle grasse colline del crinale. In questi tabernacoli è stata posta la pianta sacra agli idoli dell’antico padre: la vigna; barbatelle che crescono a pollici e fruttificano a chicchi, vestite con drappi di rame di stipa contro i tormenti dei vanti d’occidente”, muretti che oggi, uno dopo l’altro, stanno crollando insieme alla memoria di questa “gente condannata alla pena di un carcere perenne, generazione dopo generazione per l’infinito del tempo possibile a venire.” Maggiani “Un contadino in mezzo al mare“.
Una giornata autunnale, tiepida, il ricordo della scoperta di queste scale a picco sul mare tanti anni fa in compagnia di amici come esca che attira a ritornare su passi già percorsi. Un ricordo sbiadito ma accompagnato dal desiderio di rivederle e da un alone di mistero.
La fatica, il senso di vertigine nel discenderle e il battito rumoroso del cuore nel risalirle di nuovo dopo tanto tempo e molti anni di più sulle spalle. Una piccola macchina digitale a disposizione e il rifiuto degli amici di seguirti nella rievocazione dell’impresa compita in gioventù. La voglia di non perdere di nuovo le immagini che colpiscono i tuoi occhi, che il tempo aveva cancellato o deformato nell’imprevedibile archivio della memoria che è depositato nel nostro cervello, un archivio che conserva o cancella le cose a suo piacimento. Immagini che coincidono ma solo in parte come quasi sempre accade quando entra in gioco la memoria.
Forse ha ragione Maggiani quando dice che “La costiera di Tramonti non appartiene a questa epoca, con l’oggi e il qui non c’entra niente”. Purtroppo non appartiene neppure più alle possibilità del mio orizzonte visivo, alle energie che il mio corpo può impegnare per immergersi non certo nella memoria viva della gente che ha abitato questi luoghi, ma neppure nella percezione di quel qualcosa “di non propriamente umano, di qualcosa che supera l’esperienza dell’umanità contemporanea” che spetta agli “occhi del viaggiatore che discende dalla linea del crinale” Maggiani “Un contadino in mezzo al mare“.
massimocec febbraio 2012