In un minuto e mezzo di video Tabucchi racconta la sua nascita. Pisa sotto le bombe, la bicicletta di Adamo, la Resia sulla canna. Antonino e la casa della sua infanzia. La conferenza stampa indetta dai Comuni di Pisa e Vecchiano “per omaggiare la memoria e l’imperitura opera letteraria del grande scrittore di origini vecchianesi”. Un po’ di cecina bella calda. Camminare a piedi nudi. Giancarlo Lunardi e il Comitato Tabucchi. Siccome il tutto è un po’ lunghino, l’ho diviso in dieci punti.
Uno
Venerdì 11 marzo ho partecipato alla conferenza stampa al Comune di Pisa (“sala Chiara Baldassari, altra cittadina vecchianese”, precisa Giorgio Piccioni che fa gli onori di casa) in cui è stata data la notizia che il Comune di Vecchiano ha acquistato “l’immobile adiacente a Palazzo Civico per trasferirvi la biblioteca comunale e renderlo un luogo vivo”. Si tratta della casa di Tabucchi. Quasi tutti la chiamano “casa natale”, forse anche Tabucchi stesso qualche volta ha usato questa espressione. Però, da un discorso che Tabucchi tenne all’Università sulla traduzione d’autore nel 2005, ho raccolto un frammento di video grazie all’amico Massimo Ceccanti, che per me è interessante perché penso sia l’unico in cui precisa dove è nato e parla della casa della sua infanzia.
Lo trascrivo senza modificare il linguaggio spontaneo che lo caratterizza:“… Ah ringrazio intanto tutti naturalmente, scusatemi, beh insomma mi sento a casa, è come essere tra amici… Ah e volevo fare una precisazione, perché Pino ha detto che sono nato a Vecchiano, Lucia ha detto che sono nato a Pisa. (Lucia Tongiorgi: Dove sei nato). Io sono nato a Pisa. (Lucia Tongiorgi: Eh!). Sono nato a Pisa in un momento un po’ difficilino in cui la bombardarono e allora mio padre venne a prenderci in bicicletta, prese me e mia madre, era una bicicletta da uomo, la mise sulla canna (colpo di tosse), ho una voce un po’ metallica perché ho un po’ di sinusite, mi dà quel microfono lì, forse è meglio. (Lucia Tongiorgi: Tieni). Forse si sente meglio così, e e e allora disse: Forse è più sensato se andiamo a casa di mio padre, a Vecchiano. E ci portò a Vecchiano in bicicletta, e poi in realtà ci ho passato l’infanzia nella casa di mio nonno e ci sono sempre rimasto, insomma è la casa della mia infanzia eccetera; però sono nato qui, ma i miei sono stati in qualche modo i miei genitori cacciati dalle bombe, diciamo, perché attraversare Pisa, mi raccontava mio padre, bisognava scendere di bicicletta perché c’erano dei crateri per le strade. Ehm! Dunque, dicevo…”.
Dunque, Antonio Tabucchi è nato a Pisa domenica 24 settembre 1943, ma è stato segnato il 23. I suoi stavano a Vecchiano. Suo padre venne a prendere la moglie e il bambino con una bicicletta che non aveva le gomme e su quella li portò a Vecchiano, scendendo di sella ogni volta che c’era una buca (causata dalle bombe) sulla strada provinciale. Lo zio Zefirino mi sussurra nell’orecchio: Quando è nato gli alleati bombardavano Pisa e sua madre, Tina Pardella detta Resia di professione ostetrica, era l’unica partoriente, con la suora che le diceva:
“Signora si spicci, per favore”.
E lei di rimando:
“Faccio quello che posso”.
Due
Anche il Sindaco Giancarlo Lunardi ha fatto quello che ha potuto: “Abbiamo acquistato l’immobile vicino al Palazzo comunale, dove Tabucchi ha vissuto tantissimi anni, per trasferirci la biblioteca comunale e renderlo un luogo vivo”.
Acquisire la casa di Tabucchi per trasferirci, ingrandendola, la biblioteca con l’obiettivo di farne un centro culturale è una cosa molto bella. Dopo questo sforzo inizia il momento di trovare gli aiuti economici per la ristrutturazione, per inserire questo immobile “in un circuito culturale e turistico coerente con il territorio”. Un investimento per il futuro, così come è stato il Cinema teatro Olimpia, altro acquisto dell’Amministrazione comunale.
Tre
Subito dopo il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi si è detto: “Contento nel salutare questa scelta importante che ha fatto il Comune di Vecchiano, all’altezza del livello di amministrazione di Giancarlo Lunardi. Segno di una comunità che vuole valorizzare il suo territorio”. Poi ha ricordato “la prima del film Sostiene Pereira, giorno memorabile”, e ha aggiunto: “Tabucchi, scrittore e intellettuale di statura europea, l’ultimo dei grandi contemporanei. Abbiamo il dovere di centrare sulla sua figura tante iniziative per rilanciare questa memoria”. Trascrivo queste belle parole che i due Sindaci ci hanno detto e penso: ottime frasi per cominciare. Le finestre di Palazzo Gambacorti, questo venerdì di marzo, offrono una bella prospettiva.
Quattro
Athos Bigongiali si sofferma sulla dimensione universale che ha l’opera di Tabucchi: “È stato tradotto anche in urdu”. Ci guardiamo come per chiedere: ma che lingua è l’urdu? E Athos: “Il pakistano”, e seguita l’elenco.
Cinque
È ora di pranzo, guardo mia figlia: “Ti andrebbe un po’ di cecina?”. Laura aveva la stessa idea: per festeggiare ci vuole un po’ di cecina. Seduti a un tavolino all’aperto dello storico Montino, a quest’ora ci sono sempre un po’ di clienti, tanti studenti, ci sediamo, si aspetta un poco, siamo a due passi da Piazza dei Cavalieri e dalla Scuola Normale dove Tabucchi nei primi anni Settanta perfezionò i suoi studi, penso. Ma ecco la cecina, va mangiata calda.
Sei
“Come ti è sembrata questa conferenza stampa?”. Era la prima volta che mia figlia assisteva a una conferenza stampa. “Erano molto interessati”, dice. “La notizia è rimbalzata prima che fosse data”, le dico. “Buona eh!”, intende la cecina. Mentre mangia, per non bruciarmi la bocca, aspetto un po’ e le ricapitolo la fuga della notizia. Le dico che la conferenza stampa era stata fissata per oggi, ma il quotidiano locale Il Tirreno già tre giorni prima la anticipa con un articolo con questo titolo: “Il Comune acquista la casa natale di Antonio Tabucchi”. Il giorno dopo il Corriere fiorentino la riprende: “Un centro culturale nella casa Tabucchi”. E riporta le parole del Sindaco di Vecchiano: “Ci trasferiremo la biblioteca”. Il Corriere della sera mercoledì 9 marzo rilancia: “Tabucchi, la casa diventa museo”.
E poi mercoledì pomeriggio Radio 3 Farhenheit apre con una versione rapida, ritmata e squillante di My favorite Things e il conduttore Tommaso Ciartosio dice:
“Antonio Tabucchi ha trovato, ha ritrovato una casa a Vecchiano, il Comune ha deciso di acquisire l’immobile in cui ha vissuto per molti anni Tabucchi e di trasformarlo in un centro culturale, una biblioteca, un polo importante per la cultura di Vecchiano, ma ovviamente di tutta la regione e del paese”.
Poche ore prima Il Sindaco Lunardi era stato contattato da una radio svizzera che l’ha intervistato per dieci minuti. Giovedì una troupe del TG 3 Regione girava un servizio sull’acquisizione pubblica di Casa Tabucchi.
“Babbo, mangia che ti fredda”.
“Quanta cecina dovremmo mangiare per festeggiare come si deve!”.
In questa bella giornata di fine inverno ci salutiamo così, con questo sapore di cecina in bocca, favoloso, lo stesso di quando ero bambino”.
Sette
Chi arriva a Vecchiano e deve andare in Comune, che è in centro, deve necessariamente passare tra via Barsuglia e Piazza Garibaldi. All’angolo, attaccato al palazzo comunale e di fronte al cinema teatro Olimpia, un tempo c’era il bar di Adamo Tabucchi, il padre di Antonio. La casa di famiglia era accanto, una casa bicolore, ocra e rosa sbiaditi, piena di crepe, dà sulla grande piazza alberata al centro del paese con quel monumento a Garibaldi dalla base sproporzionata, vigilato dal campanile della Chiesa. In piazza la gente si ritrova per bere un caffè e fare due chiacchiere. In quella casa Antonio Tabucchi ha passato l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza. Poi di case Tabucchi ne ha vissute altre cento.
“Un luogo non è mai quel luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi”. Noi che abbiamo letto i suoi libri, pagina dopo pagina, siamo diventati quasi di casa con Tabucchi e quella casa appartiene un po’ anche a noi che abbiamo amato la sua opera, quella casa che abbiamo cominciato a frequentare per interposta persona finalmente ospiterà una biblioteca pubblica e un’aula studio dove potremo andare, girare tra gli scafali pieni di libri, e avere la sensazione di ripercorrere i passi dove il giovane Antonio ha camminato. “Marzo chi non ha le scarpe vada scalzo e chi ce l’ha se le metta”.
Otto
Di ritorno dalla Conferenza stampa, mi sono incamminato fino a Porta a Lucca dove avevo parcheggiato la macchina, ero quasi arrivato e ho visto un ragazzo che traversava la strada scalzo. Non ci credevo e mi sono voltato a guardarlo. Era davvero scalzo. Strano.
Anche a Tabucchi piaceva stare scalzo, ma non ho mai osato chiedergli perché. Mi è venuta questa curiosità da quando venne a Migliarino e fece l’Elogio della letteratura vestito di blu e scarpe nere ma senza calzini; allora chiesi all’amico Piero qualche spiegazione e lui mi rispose che in casa ad Antonio gli piaceva stare scalzo. È accertato: “I piedi scalzi di Antonio sono proprio una caratteristica sua: amava girare scalzo, soprattutto in estate, ma anche in inverno aveva sempre caldo ai piedi e quando poteva si toglieva i calzini”, mi dice lo zio Zefirino. E Nel Piccolo naviglio fa togliere le scarpe anche a Sesto: “Se ne andava a piedi scalzi, con le scarpe in mano”. “Ma anche la Ivana detta Rosa si toglieva le scarpe quando era sulla canna della bicicletta guidata da Sesto, per dare sollievo ai piedi accaldati!”, aggiunge lo zio Zefirino. Così mi è tornato in mente un ricordo simpatico del direttore di Radio 3 su Tabucchi. Una volta a Fahrenheit Tabucchi arrivò appena cinque minuti prima che iniziasse la trasmissione, pioveva, era fradicio e divertito, siccome la radio non si vede, le scarpe erano bagnate quindi dovette togliersi le scarpe, forse anche i calzini e lui andò in onda sorridendo tutto il tempo, perché a tutti quelli che entravano lui gli mostrava che stava parlando senza scarpe. Mi sembra una bella immagine quella ricordata da Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3. Perché è quella di un Tabucchi felice, che vuole tenere i piedi a contatto con la terra, che ha la libertà di parlare a tutti scalzo. Me lo immagino Antonino, all’anagrafe è segnato con il diminutivo, nella sua casa d’infanzia, un sorriso infantile, un bambino a cui piaceva stare a piedi nudi.
Nove
Durante la conferenza stampa sono stato contento che sia stato proprio Giancarlo Lunardi a far sì che il Comune di Vecchiano acquisisse la casa di Tabucchi. Lunardi, che in questi anni ha sempre tenuto viva la memoria di Antonio Tabucchi, a giugno conclude il suo mandato di Sindaco, un’esperienza sicuramente positiva e che si chiude in bellezza.
Dieci
Il Sindaco Giancarlo Lunardi ha detto tra l’altro due parole sul Comitato Tabucchi con il quale collaborava anche Ugo Riccarelli, una piccola squadra di volontari, coordinata molto bene dall’assessore alla cultura Daniela Canarini, di cui ho il piacere e l’onore di fare parte. Il suo compito è quello di ricordare Tabucchi, la sua opera, la sua persona, dal 2012 lo facciamo due volte l’anno. Gli appuntamenti con Tabucchi di giovedì 23 e venerdì 24 marzo a Vecchiano, già abbastanza interessanti, mi sembra che lo siano ancora di più dentro il nuovo contesto dell’acquisizione di casa Tabucchi che dovrà essere ristrutturata. Il Comitato dovrà lavorare molto nei prossimi mesi e anni. Una bella avventura, ci vuole un capitano.
odellac Da La Voce del Serchio, marzo 2016