È una raccolta di persone che amano la fotografia e che ho ascoltato quando hanno mostrato le loro fotografie cercando di spiegare come e perché le hanno scattate, scelte, pubblicate; ho visto le loro fotografie e mi sono piaciute per motivi diversi. Mi piace ascoltarli, sentire i loro perché, le loro motivazioni, indagare le differenze nonostante la passione comune.
Il Caffè dei Maledetti Fotografi Spazio LABottega, Pietrasanta
Interviste dal vivo di Enrico Ratto
Berengo Gardin artista o fotografo
Pensa che la fotografia si occupi più di comunicazione che di arte?
Le mie foto non vogliono essere artistiche, io non ci tengo ad essere un artista. Sono un fotografo e sono un testimone del mio tempo, documento le cose che mi circondano e che vedo. Poi se ci sono critici che decidono che una mia fotografia è un’opera artistica, sono loro che lo decidono, non certo io. La fotografia in generale dovrebbe occuparsi al cento per cento di comunicazione, non di arte. Io non amo il fotografo – artista o l’artista – fotografo.
E il fotografo – autore come Ferdinando Scianna?
Scianna è un fotografo – fotografo, non è certo un artista. Si ispira alla letteratura, è vero, ma anche io mi sono sempre ispirato alla letteratura. Da ragazzo leggevo Hemingway, Dos Passos, Faulkner e nella mia mente si sono ricreati paesaggi che poi ho ritrovato quando sono andato in America. La mia fotografia è stata sempre molto ispirata dalla letteratura. Le mie foto in Francia sono chiaramente ispirate da Simenon.
Cartier Bresson e lo spirito del cacciatore
“A mio parere la fotografia ha il potere di evocare e non solo di documentare. Dobbiamo fare astrazione dal vero.”
“La composizione si basa sul caso. io non calcolo mai. Intravedo una struttura e aspetto che accada qualcosa. Non ci sono regole. Non bisogno sforzarsi troppo di spiegare il mistero. È meglio essere disponibili con una Leica a portata di mano.”
“Il fotografo (e pazienza se sembra maleducato) deve prendere la vita di sorpresa, alla sprovvista. Deve tendere agguati, fare la posta alla sua preda, prevedere cosa accadrà quando lei sarà presente, a portata di sguardo, rendersi invisibile per poi sferrare l’attacco.”
“L’uomo. L’uomo e la sua vita, così breve, così fragile, così minacciata. […] Io mi occupo quasi esclusivamente dell’uomo. I paesaggi sono eterni, io vado di fretta.”
“La cosa che mi riusciva meglio era il ‘saggio fotografico’ su una città o una regione, quando non sta succedendo niente di particolare. In quel caso mi sento tranquillo, posso muovermi piano, senza farmi notare, fiutare l’aria e, op!, colpire.”
“Sono gli scatti a trovarmi e non il contrario.”
Sebastiano Salgado: camminare, l’arte di essere al mondo
Per un fotografo è più importante avere delle buone scarpe che una buona macchina fotografica.
Per realizzare il progetto “Genesi” sono stato costretto a entrare in un mondo ecologicamente puro, perché difficile da distruggere, proprio per via del fatto che è lontano, remoto, troppo arido come il deserto o troppo umido come le zone tropicali o troppo alto in quota, quindi con poco ossigeno e dunque inospitale. Era lì che bisognava andare, nella parte del pianeta che non era stata ancora distrutta e bisognava andarci necessariamente a piedi. Ho capito che camminare non è solo un grande piacere, è anche un enorme privilegio. Di solito trascorriamo il nostro tempo seduti. Ma gli esseri umani non sono nati per stare seduti.
Robert Doisneau: il fotografo pescatore
Doisneau stesso si è definito come “pescatore di immagini”, in opposizione con i fotografi “cacciatori” come Cartier Bresson o come Wim Wenders. Il pescatore Doisneau è infatti un fotografo di strada guidato dalla volontà di non disperdersi, per rimanere sempre in allerta in attesa che qualcosa capiti, pronti, leggeri e mobili per sorprendere quei momenti della realtà in continuo movimento che possono avere un riflesso su di noi, sulla nostra immaginazione, sui nostri stati d’animo. Doisneau ha scelto anche le acque dove aspettare che passino questi momenti, rivolge la sua attenzione alle periferie parigine piene di grande umanità. Sono le persone nella loro vita quotidiana che attraggono Robert Doisneau i bambini che giocano e le coppie che si baciano incuranti. Non sembra attratto dai luoghi in cui queste persone vivono, eppure i luoghi hanno la loro importanza nel modo in cui le persone vivono la loro esistenza. Se fosse possibile trovare una sorta di linea di equilibrio tra Ghirri pittore con la luce e Doisneau pescatore, forse in quel punto la fotografia potrebbe cogliere quella profondità del reale che sembra continuamente sfuggire sia ai pescatori, sia ai cacciatori, sia ai pittori, ma forse quel punto è irraggiungibile perché richiederebbe ai fotografi di spersonalizzarsi e la fotografia invece ha bisogni di fotografi per esistere.