Strani legami con un lontano immaginario mondo infantile in un estate afosa e immobile, imbalsamata dalla sensazione del tempo che passa. Una fotografia esca di ricordi, di immagini di volti che non ci sono più ma che rimangono presenti. Questa foto richiama i miei disegni realizzati con piacere nelle sere invernali intorno a un tavolo accanto a persone intente alle loro occupazioni ma presenti. Colori accesi, Casupole smilze e longilinee che occupano tutto lo spazio. Sembra la foto di un ricordo visivo e invece è la foto di un pezzetto di realtà. Si sa che la fotografia è solo un pretesto per dar sfogo all’immaginazione e che l’immaginazione è l’unico strumento che abbiamo per dialogare con una realtà infinita che non si lascia cogliere se non per sporadiche tracce, complicati indizi, dal finito dei nostri pensieri e dei nostri artifici che abbiamo architettato per afferrarla. L’artificio poi una volta prodotto è in grado di andare oltre e creare, nel suo dialogo con i soggetti con cui viene a contatto, altre realtà. Le fotografie sono quindi esche e nessuno sa cosa abboccherà. Nonostante ciò grazie a loro riusciamo a dialogare con la realtà e anche con quella particolare realtà che siamo noi stessi.
Fotografia: Bosa, di Marco Carmassi
Esche fotografiche per ricordi
Antonio Tabucchi sulle Piagge
Non lasciatevi sfuggire “Donne, Cavalieri, Incanti e Follia. Viaggio attraverso le immagini dell’Orlando furioso”, la mostra sulle principali raffigurazioni dell’Orlando furioso. È stata inaugurata sabato 16 dicembre e resterà aperta fino al 15 febbraio 2013 al Centro Espositivo SMS. San Michele degli Scalzi si trova lungo il Viale delle Piagge a Pisa, nel quartiere occupato un tempo dalla Richard Ginori.
L’ingresso è gratuito ed eccoci di fronte a un grande murale di Ozmo, alias Gionata Gesi, giovane street artist pisano di fama internazionale. Ozmo ha mosso i suoi primi pennelli negli anni Novanta al Liceo Scientifico “Buonarroti” di Pisa con una serie di murales ora cancellati e ha creato opere monumentali in centri sociali e spazi alternativi tra cui il Leoncavallo di Milano.
Quando sarete lì davanti a questa opera muraria di Ozmo vi colpirà il volto di qualcuno. Il qualcuno è Antonio Tabucchi, un moschettiere senza spada, leggero e severo. Volto beffardo e baffuto, occhialini alla Pessoa, sguardo un po’ di traverso che rimanda alla Gioconda. Indossa una semplice camicia bianca. È bello vedere un uomo molto bello con una camicia bianca sbottonata al collo che ti accoglie in questo centro culturale, in silenzio e con un sorrisetto ironico, forse un po’ feroce o forse una smorfia, una piega della bocca per la sorpresa di trovarsi lì.
Odellac dicembre 2012
Il mare
Domenica 29 gennaio 2012, mattina
Un padre e una ragazza a Milano.
Un padre e sua figlia all’aereoporto Malpensa di Milano.
Volo Milano-Dubay-Sydney.
E poi Wollombi.
La figlia si imbarca.
Sale sull’aereo.
L’aereo decolla.
Il padre: sì, sì, sì, no!
Dunque, è partita.
Chiedo scusa per aver raccontato a mio modo un fatto personale. Partita è dedicato a Laura. La foto della bambina col palloncino è di Bansky,un anonimo artista di strada. La pubblico perché è appesa in camera di mia figlia che, da bambina, la domenica sera, tornava da una festa con un palloncino in mano e lo metteva in camera. Il palloncino volava fino al soffitto, ma poi l’aria usciva piano piano e il palloncino dopo qualche giorno diventava floscio. Così scrisse questi primi versi:
“Il tempo passa più bello è.
Il tempo passa e i palloncini si sgonfiano”.
Antonio Tabucchi si divertì molto quando gli recitai questa poesiola e scrisse a Laura una dedica (che mi sembrò bella e ora bellissima) sulla prima pagina del suo libro “Il tempo invecchia in fretta” (“Il cerchio” è il primo di nove brevi, densi racconti dove il tempo è il soggetto esplicito).
“A Laura, che ragiona sui palloncini come me.
Con mille auguri e un saluto affettuoso
Antonio Tabucchi
13.10.2009”
Il tempo, come l’orizzonte, è circolare, pensa la protagonista del “Cerchio”. Buon viaggio Laura
Tu sei lontana lontana, in un’isola che è tutta un parco naturale e fai un salto di gioia davanti all’oceano. Sei bella dico. A te che sei la vita. Noi siamo qui. Da una settimana è scattata l’ora legale. Lo vedi come sono allungate le giornate? Noi siamo qui nella pancia della balena, stasera io e mamma andiamo al Cinema Teatro Olimpia a vedere “Pinocchio Reality Show” a cura dell’Attiesse di Vecchiano. Vecchiano Vecchiano… Lo so che sei dispiaciuta… Sai che i suoi libri sono tutti finiti alla Feltrinelli? Un suo caro amico vecchianese, Massimo, mi ha mandato questo prezioso ricordo: “Una volta la sua mamma, mi disse: era uno scrittore anche da bambino, perché in un pensierino che la maestra aveva dato sugli animali della fattoria, aveva scritto che c’era un maialino che era una pallina rosa con una codina attorcigliata come un punto interrogativo. La maestra premiò con un bel voto quel bambino che aveva una capacità istintiva di usare le parole per creare una realtà più reale di quello che si vede”.
odellac marzo 2012