Strani legami con un lontano immaginario mondo infantile in un estate afosa e immobile, imbalsamata dalla sensazione del tempo che passa. Una fotografia esca di ricordi, di immagini di volti che non ci sono più ma che rimangono presenti. Questa foto richiama i miei disegni realizzati con piacere nelle sere invernali intorno a un tavolo accanto a persone intente alle loro occupazioni ma presenti. Colori accesi, Casupole smilze e longilinee che occupano tutto lo spazio. Sembra la foto di un ricordo visivo e invece è la foto di un pezzetto di realtà. Si sa che la fotografia è solo un pretesto per dar sfogo all’immaginazione e che l’immaginazione è l’unico strumento che abbiamo per dialogare con una realtà infinita che non si lascia cogliere se non per sporadiche tracce, complicati indizi, dal finito dei nostri pensieri e dei nostri artifici che abbiamo architettato per afferrarla. L’artificio poi una volta prodotto è in grado di andare oltre e creare, nel suo dialogo con i soggetti con cui viene a contatto, altre realtà. Le fotografie sono quindi esche e nessuno sa cosa abboccherà. Nonostante ciò grazie a loro riusciamo a dialogare con la realtà e anche con quella particolare realtà che siamo noi stessi.
Fotografia: Bosa, di Marco Carmassi
Comment
Olɑ uuna mia collega mi ha inviato l’indirizzo di qᥙesto blog e sono ρassato a vedere
cоm’è. Mi piace enormemеnte. L’ho aggiunto tra i ρreferiti.
Sрlendido sito e template spettacoloso.