Il verbo riflettere ha molti significati che si intrecciano tra loro. Riflettere significa rimandare indietro (materia che riflette le onde luminose generando quello che l’occhio e cervello poi percepiscono come immagine come colore) ma anche rispecchiare, duplicare l’immagine (lo specchio che riflette l’immagine, a duplice) e ancora manifestare esteriormente ciò che sentiamo interiormente (l’espressione che riflette lo stato d’animo, lo materializza, lo rende visibile). Riflettere significa anche rivolgere attenzione, indirizzare la mente su un oggetto del pensiero, prenderlo in considerazione con attenzione per comprenderlo pienamente, per realizzarlo in tutti i suoi aspetti, per afferrarne complessità. Per quanto riguarda l’ultimo dei significati del verbo riflettere è necessario che l’oggetto di pensiero diventa oggetto del pensiero prenda consistenza, si materializzi. Solo così il pensiero si può gettare sulle idee per ricavarne di nuove, per smontarle, per modificarle, per metabolizzare ciò che gli era stato dato in pasto. Duplicare, esteriorizzare, rendere visibile, decostruire, ricostruire sono tutte operazioni del riflettere. La riflessione è quindi una sorta di processo metabolico del pensiero che digerisce se stesso e genera ancora se stesso in modo nuovo, con configurazioni talvolta inaspettate.
Il riflettere è quindi strettamente imparentato con il discutere, con il confrontarsi, anche se nei due casi cambiano i soggetti che mettono in moto il processo. Nel discutere il soggetto si confronta con un altro soggetto, con altro sistema di pensiero, nel riflettere soggetto si confronta con se stesso all’interno di una dinamica che può comprendere il tempo tempo, ciò che è stato pensato di ciò che invece è pensabile dallo stesso soggetto in momenti diversi. Lo strumento del riflettere e monologo interiore, il dialogo se stessi, una sorta di flusso di coscienza di processo all’interno del quale il flusso di coscienza costituisce una fase, la fase iniziale. Anche il riflettere comunque soltanto una fase della produzione di pensiero perché anche pensiero maturo, quello prodotto nella fase successiva flusso di coscienza ha bisogno del confronto con l’altro, della discussione perché il pensiero sempre un prodotto sociale, corale. Non è sufficiente mettersi davanti a uno specchio, occorre mettersi di fronte ad un altro e occorre anche che quest’altro non si limiti a riflettere le nostre idee cerchi di smontarle, di metterci in difficoltà.
massimocec 2021
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