AUCKLAND – Dopo il “lockdown” finalmente la possibilità di andare a passeggiare sulla mia spiaggia preferita: sullo sfondo Rangitoto (“il gigante che dorme” in lingua Maori perché, infatti, dorme da quasi 700 anni, ma è previsto che si debba svegliare (un po’ come il Vesuvio), ma non si sa quando e allora addio al golfo di Hauraki, alla città di Auckland, al campo di regata per l’America’s Cup che si intravvede sulla sinistra.
Qui “Luna rossa” si battè coraggiosamente contro l’imbarcazione neozelandese; il numero di barchette piene di italiani che facevano il tifo non valse a niente. Per me fu una piccola, ma significativa rivincita. Anni prima, nel 1992, i miei studenti – era la mia prima lezione con questo sparuto gruppetto di amanti della letteratura italiana che volevano sapere qualcosa di più di Dante: in questo caso il personaggio di Ulisse che pensavo molto appropriato in questa terra di viaggiatori – mi accolsero molto freddamente perché “Il Moro di Venezia” (quello di Gardini, per intenderci) aveva battuto l’imbarcazione neozelandese nella semifinale; gli studenti sostenevano che gli italiani avessero barato. Non sapendo niente di vela o di regolamenti, riportai l’attenzione degli studenti al canto XXVI, ma non ci fu verso perché proprio sul più bello – “Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti…,” una studentessa, che era palesemente di origine Maori (non sapevo all’epoca che in questo paese – nonostante la popolazione Maori costituisca solo il 10% di tutta la popolazione – il numero di abitanti che hanno una qualche percentuale di sangue Maori è molto alto), voleva rivendicare l’abilità e la capacità del popolo Maori (e prima di loro I Morori) che navigarono queste acque e con imbarcazioni poco sicure. Le premeva far sapere che i colonizzatori inglesi disboscarono intere foreste degli alberi kauri dal fusto molto diritto e alto per farne uso nei loro velieri.
Sono passati gli anni e nel 1995 la Nuova Zelanda conquistò la tanto ambita Coppa per perderla, qualche anno dopo, con grade ignominia (l’imbarcazione addirittura affondò durante una delle gare). Avendola riconquistata contro gli invisi americani, spetta alla Nuova Zelanda ospitare la finale nel 2021: fusse che fusse la vorta bbona, ma per chi? Italia o Nuova Zelanda?
da La Voce del Serchio dicembre 2020
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