Avevo convinto Remo a scegliere la rotta più lunga per andare a Los Angeles, dove si recava regolarmente per i suoi impegni accademici: venire in Nuova Zelanda, da qui a Honolulu e poi gli States. Remo – grande viaggiatore e amante di nuove esperienze aveva accettato – purché non gli chiedessi di fare lezione o dover sostenere incontri di tipo accademico. Mantenni la promessa e nei giorni che si fermò da noi gli feci conoscere Rangitoto, il vulcano nel mezzo della baia Hauraki in cui si specchia Auckland; Remo aveva insistito ad andarci in vaporetto e passeggiare lungo l’orlo del cratere nonostante il caldo asfissiante emanato dalla lava di settecento anni fa: il gigante dormiva da allora (questo il suo nome in Maori). Purtroppo non ci fu tempo per andare a Rotorura, la città a duecento km. a sud di Auckland, il centro culturale e storico dei Maori; le mostre di artigianato e la storia degli abitanti autoctotoni di questo paese che si poteva visionare in una serie di documentari al museo furono molto apprezzati. Durante una gita in centro Remo mi chiese di condurlo in un negozio di giocattoli e di dargli tempo di curiosare; pensai a un possibile acquisto per bambini di sua conoscenza e lo accontentai.
Dopo aver mangiato varie feijoa (frutto che Remo non conosceva ma che la sua conoscenza enciclopedica aveva subito individuato come proveniente dal Sud America), Remo ci chiese di accompagnarlo in spiaggia, a Takapuna dalla quale si godeva veduta di Rangitoto e da dove l’aveva ammirata in tutta la sua lunghezza: due chilometri e mezzo che avevamo percorso il giorno prima. Con noi c’era mia moglie e mio figlio Fabrizio di 11 anni; Remo tirò fuori da un pacco che aveva portato un aquilone che porse a mio figlio per ringraziarlo della ospitalità. Lo prese per mano, raggiunse di corsa la spiaggia e tirandolo per il filo cercò di far volare l’aquilone azzurro con Fabrizio che gli correva dietro. I primi due tentativi non gli riuscirono ma al terzo l’aquilone prese il volo e Remo, un po’ con il fiatone, passò il filo a mio figlio con un gran sorriso di soddisfazione.
Non chiesi a Remo perché avesse scelto un aquilone e di colore blu. Di ritorno a casa ero stato troppo emozionato dalla sua presenza e nello studio gli avevo mostrato lo scaffale con tutte le sue opere che nel corso degli anni mi aveva regalato, tutte con una bellissima dedica; l’ultima, Ordo amoris, con una bella dedica a mia moglie e a me, firmata “Remo, kiwi temporaneo”. Ricordo la mia battuta quando si parlò di reciproci amici a Oxford: “Oxford avrà la bodleiana ma io qui ho la bodeiana.” Remo rise pensando alle sue future visite alla biblioteca Bodley di Oxford e io ritornai con il pensiero all’aquilone rammaricandomi di non aver avuto modo di fotografare Remo Bodei che fa volare un aquilone sulla spiaggia di Takapuna in Nuova Zelanda.
Bruno Ferraro gennaio 2021
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