Antonio Tabucchi in diretta

Auckland (NZ): domenica 26 settembre, ore 6.00# Vecchiano (Italy): sabato 25 settembre, ore 18.00

Il gatto mi è saltato sul letto: ma come? La sveglia sul comodino indica che sono le 5.00 e lui non sbaglia mai l’ora della colazione alle 6.00. Ed infatti anche oggi ha ragione perché a mezzanotte è entrata in vigore l’ora legale, ma non ho ancora cambiato l’orologio: ma come ha fatto a saperlo? Gli apro la porta sulla veranda – piccolo rito quotidiano (che, secondo me, lo fa sentire importante perché sono a sua disposizione) anche se lui con la gattiera può entrare e uscire quando vuole -, gli do i suoi croccantini speciali, faccio colazione e mi preparo ad uscire per la spesa settimanale al supermercato. Non ho dimenticato che proprio in questo momento, a ventimila chilometri di distanza, l’Associazione Culturale Antonio Tabucchi sta per dare inizio alle attività del pomeriggio. Non ho ancora avuto il piacere di trovarmi nello spazio in cui si svolgono queste bellissime iniziative. Volevo calarmi il più possibile nell’ambiente all’aperto e avevo chiesto all’amico Ovidio Della Croce di mandarmi le previsioni del tempo per il pomeriggio di sabato che ricevo con la sua mail: “Nubi sparse, temperatura: 25°, umidità: da 73 a 82%; vento: debole.”

Ecco le previsioni per oggi a Auckland che leggo sul “New Zealand Herald” on line: “Cielo coperto; temperatura:18°, cielo sereno nel pomeriggio; vento: nord-ovest.” Bene; stamattina al supermercato e niente bisogno di ombrello, di solito essenziale in questo paese. Prima di uscire controllo il programma della giornata vecchianese: discorso del sindaco, introduzione di Athos Bigongiali al racconto “Il piccolo Gatsby”, lettura del racconto con musiche dal vivo.

Arrivo al supermercato quando penso stia per iniziare l’introduzione dell’amico Athos Bigongiali. Mi concentro ricordando il racconto e il recente scambio di idee con Athos e Ovidio ma proprio in questo momento, mentre imbocco la corsia in cui si trova la frutta e la verdura – il bello di andare prestissimo (e di domenica quando i credenti sono a messa) al supermercato è appunto quello di avere la possibilità di scegliere dagli scaffali tutto ciò che è stato appena messo in vendita: i legumi sono ancora bagnati dalla rugiada dei campi dove vengono coltivati appositamente per questo supermercato – m’imbatto in Jessica che, in questi giorni, ha un chiodo fisso per il nostro Gruppo di Amnesty International: sottoscrivere la petizione per mettere pressione sul governo nell’organizzazione di soccorsi e di asilo politico per il popolo afgano. Cerco di abbreviare la conversazione con la scusa che se ne discuterà alla riunione di martedì sera e che vado di fretta; ma, purtroppo, penso di essermi perso la lettura del racconto per opera del gruppo teatrale. 

Comunque, avrò la possibilità di rifarmi grazie al video della giornata che mi è stato promesso; anzi, sarò doppiamente gratificato perché potrò visionarlo varie volte. L’incontro con Jessica mi ha riportato alla mente le varie lotte che Antonio ha combattuto contro la discriminazione politica e razziale a livello nazionale e internazionale: ben conosciuto è il suo pamphlet Gli Zingari e il Rinascimento e la sua partecipazione al Parlamento Europeo degli scrittori di cui è stato promotore e fondatore per la difesa di scrittori perseguitati nel loro paese. Ricordo un’intervista che farò conoscere alla riunione di Amnesty International, visto che è in inglese e, quindi, non mi toccherà (come spesso mi capita quando presento fatti italiani) di dover tradurre, apparsa su “Unesco. The Courier” nel 1999 dal titolo molto significativo “Antonio Tabucchi. A Committed Doubter”; fu proprio Antonio a farmi omaggio di una copia quando avevo in corso una piccola ricerca su La testa perduta di Damasceno Monteiro. 

Il tempo passa troppo in fretta; mi accorgo che sono già le 7:30 di questa domenica mattina primaverile mentre a Vecchiano gli echi degli interventi delle varie autorità si spengono nelle dolci luci di un tramonto di fine estate. A me spetta, invece, la camminata fino a casa con le sporte della spesa; mi rallegro, comunque, della bella giornata e della possibilità di fare nel pomeriggio una scarpinata nel mio bosco preferito, quello che confina con una spiaggia sempre deserta: ottimo luogo per una lettura amena. In omaggio alla giornata tabucchiana a Vecchiano, porterò con me la copia di Requiem di cui Antonio mi fece omaggio con una bellissima dedica nel gennaio del 1992 quando andai a conoscerlo a casa sua; questo suo libro segna l’inizio della nostra amicizia e mi sembra anche la scelta giusta per l’occasione: mentre l’io narrante in una torrida giornata d’agosto si addormenta e sogna sotto le fronde di un albero portoghese, io mi troverò all’ombra di un kauri, enorme albero centenario che cresce solo da queste parti del mondo. Ad Antonio avrebbe fatto piacere questo connubio tra i due emisferi grazie alla sua opera.

Bruno Ferraro settembre 2021

 

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