Su Wikipedia, la nuova enciclopedia universale di non sempre certa attendibilità, così viene descritta la domenica delle palme:
“In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle palme si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della messa con la lunga lettura della Passione di Gesù. Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), del cronista e del popolo (compresi alcuni personaggi). In questa Domenica il sacerdote, al contrario di tutte le altre di quaresima (tranne la quarta in cui può indossare paramenti rosa) è vestito di rosso.
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti e persone amiche.”
È un rito che si ripete in tutte le città e in tutte le campagne del nostro paese, uno di quei riti che nella ripetizione ogni volta è anche una novità come nuovo ogni volta è il Natale, la Pasqua, l’ultimo giorno di scuola o il primo, Ferragosto. La ciclicità convive con la novità ma in una dimensione interna che sfugge alla possibilità della fotografia che in questo caso mostra i suoi limiti. Basta fotografare una volta in un anno la folla della Domenica delle Palme in un certo luogo e ogni volta otterrò le stesse fotografie.
massimocec agosto 2017
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