San Giuliano Terme, 1928-2013
Sangiulianese allegro e dalla battuta pronta. Faceva il macellaio e gestiva la sua bottega in centro. Aveva una bella famiglia, la moglie Ivetta e due figli, Alberto e Fausto. In tutta la sua vita, fino a che ha potuto, è stato il primo elettore a San Giuliano. Quando c’erano le elezioni, si alzava la mattina prestissimo e aspettava che il seggio aprisse per votare in primo partito in alto a sinistra. Aveva delle piccole grandi idee come questa: sperava che l’Opera Pia di San Giuliano diventasse una residenza per grandi invalidi e vecchi non autosufficienti.
Era malato e da tempo era sulla sedia a rotelle. Si vedeva abbastanza spesso in paese, salutava e mandava i saluti agli amici di un tempo. Ma a fine estate era peggiorato e stava bloccato a letto.
Suo figlio Fausto, ingegnere in pensione e pianista per passione, davanti al Circolo Arci dove si era radunata un po’ di gente, ha detto due parole prima di accompagnarlo al cimitero.
In questi due ultimi mesi di vita mio padre, nei momenti di lucidità, ricordava i clienti della sua macelleria, se li immaginava nella sua bottega, li faceva accomodare, e ci scherzava: Prego cosa ti manca? Permesso, mi dai mezzo chilo di lesso? E poi ricordava gli amici, ma non faccio nomi. Mi ha insegnato tre cose: onestà, impegno e determinazione. Che mi sono servite nella vita. Di questo lo ringrazio. Infine voglio dire che mi manca mio fratello, mia madre e mio padre.
La gente ha applaudito con le mani, qualcuno ha applaudito solo col cuore e con la mente. Poi siamo andati tutti dietro al carro funebre fino alla fine di via XX settembre, in tanti hanno salutato Fausto e gli altri familiari, qualche abbraccio, strette di mano e condoglianze. Poi il carro funebre è partito, si è fermato allo stop, ha girato dietro la curva e non si è più visto. La gente è tornata in paese alle piccole grandi cose della vita.
San Giuliano Terme, martedì 22 ottobre 2013
odellac
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