A Marina di Massa nella piazza centrale, piazza Betti, la piazza che guarda il pontile c’è un monumento intitolato alle donne del sale, le donne che, durante l’ultimo conflitto, riuscivano a recuperare il sale dal mare per portarlo in Garfagnana o in Emilia per scambiarlo con farina e altri generi di prima necessità che mancavano sulla costa occupata dai tedeschi e dai fascisti e martoriata dai bombardamenti degli angloamericani. L’idea di ricordare il sacrificio di quelle donne che si recavano spesso a piedi nudi sulla via Vandelli e sui sentieri della Garfagnana e dell’Emilia per portare sale da scambiare con prodotti che mancavano sulla costa è maturata in una classe di una scuola superiore di Massa, la classe quinta sezione Arti Figurative del Liceo Artistico “F. Palma” di Massa su suggerimento di un loro insegnante, il prof. Claudio Palandrani nell’anno 2017. Le opere in marmo realizzate per il progetto e le impronte incise in una parte del percorso sono state curate dal professor Paolo Della Pina e dagli allievi del Liceo Palma di Massa. Il monumento è stato terminato nel 2018 e inaugurato il 10 aprile dello stesso anno.
Dopo l ’armistizio dell’8 settembre 1943 nelle terre colpite dalla dura occupazione tedesca si sviluppò un’intensa resistenza, armata e civile, che è valsa alla Provincia di Massa-Carrara la medaglia d’oro al valor militare e al Comune di Massa la medaglia d’oro al merito civile. Le donne di Massa contribuirono in materia determinante al mantenimento della comunità: “un’epopea civile di ragazzi scamiciati e povere donne scalze, che mentre i loro uomini combattevano in montagna contro i tedeschi, combattevano in pianura contro la fame (Pietro Calamandrei)”
Per procurarsi merci da scambiare con un sacco di farina, si recavano a gruppi con carrette spinte a mano sulla spiaggia e riempivano di acqua marina grosse damigiane. Quindi, in luoghi appartati, per non essere visibili da tedeschi e fascisti, accendevano dei grandi fuochi e bollivano l’acqua in marmitte, paioli, pentole di fortuna ricavate da lamiere, finché non ottenevano un po’ di sale. Il sale veniva poi portato in Garfagnana o nella pianura padana a spalla, passando da vecchi sentieri come la Via Vandelli, oppure trainando carrette lungo le strade della Cisa o del Cerreto, con il grave rischio di incorrere in mitragliamenti alleati, requisizioni e violenze da parte dei fascisti e dei tedeschi.
L’impegno delle donne rappresenta un momento fondamentale della Resistenza, che ha consentito a Massa di ottenere la medaglia d’oro al merito civile. L’8 marzo nel segno delle donne della Via del Sale. Un gruppo rappresentativo di repubblicani e repubblicane massesi della sezione Giuseppe Mazzini insieme all’avvocato Guido Mussi, candidato sindaco di Massa, ha deposto un omaggio floreale al monumento alle “Donne della Via del Sale” in a Marina di Massa.
Non c’erano saline sulla costa e le donne massesi e carrarine si recavano sulle spiagge e con dei grandi recipienti bollivano l’acqua del mare fino a farla evaporare. Sul fondo dei pentoloni rimaneva il residuo di sale che le donne raccoglievano e lo mettevano in sacchi. Poi, sacche in spalla o sui carretti, lo trasportavano a piedi attraverso i sentieri delle Apuane e dell’Appennino in Garfagnana o addirittura in Emilia. In cambio ottenevano mortai o conche di marmo, farina di castagne, vestiti, scarpe o lenzuola. Una delle strade percorse era la Via Vandelli tra Massa e Modena, una strada costruita nel Settecento per collegare Massa con Modena, sede del Ducato. Il viaggio era lungo e faticoso e poteva durare diversi giorni. le donne dormivano sotto le stelle e in tempo di guerra molte di loro morirono. Sulla via Vandelli è stata eretta anche una statua in ricordo di queste donne con i loro bimbi al seguito.
Il sacrificio delle donne della via del sale fu ricordato anche nella motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Provincia di Massa Carrara.
Il progetto in memoria delle Donne della via del Sale è predisposto dall’arch. Claudio Palandrani per conto del Circolo Edera e ha visto, oltre alla realizzazione del Monumento alle Donne della Via del Sale, una pubblicazione commemorativa e un’epigrafe marmorea sulla Via Vandelli.
La storia delle donne del sale è stata rievocata in un documentario di Fabrizio Bernardi andato in onda per “Geo”, programma documentaristico di Rai3 dedicato all’ambiente e alla natura, nell’aprile del 2021. Il documentario (24 minuti) si può vedere su Raiplay al seguente indirizzo: Rai play Geo: Le donne del sale
Leave a reply