È morta Antonella Bucchioni, aveva 61 anni.
È stata una professoressa di storia e filosofia del Buonarroti di Pisa, si era laureata discutendo una tesi su Enzo Paci. Era una donna colta, intelligente e disponibile alle relazioni con gli altri.
Era stata protagonista del Progetto del Parlamento Europeo Giovani, dell’introduzione dell’Esabac nel liceo linguistico, che offre la possibilità di conseguire agli studenti il doppio diploma italiano e francese, e collaborava alla realizzazione della Giornata Primo Levi.
All’inizio dello scorso anno scolastico è stata tra le ispiratrici del convegno sulla didattica della filosofia, nonostante la malattia.
Le piaceva viaggiare, era una lettrice appassionata, specialmente dei libri di libri di Antonio Tabucchi, era socia dell’associazione culturale dedicata al grande scrittore. Nel settembre scorso scrisse un commento a Giosefine, protagonista del racconto Lettera da Casablanca che lessi nel corso dell’incontro “Le figure femminili nell’opera di Tabucchi” che si è tenuto nella casa di Vecchiano.
Amava l’arte e in questi ultimi anni le piaceva disegnare e ricamare, le piaceva fare cose pratiche, vissute come risorse per tener testa alla malattia, una forma grave di tumore alla quale ha resistito con dignità. Regalava le sue composizioni ad amici e amiche.
La conoscevo fin dagli anni del liceo scientifico. Ho passato con lei, con sua sorella, con la sua famiglia e con gli amici di Molina giornate indimenticabili . L’anno scorso scrisse una nota al mio libro Una sogliolina nella Senna, “scritta di getto, tra una chemio e un’altra”, una pagina densa di geometrica lucidità e animata da un movimento di passioni. Quest’anno mi ha cucito con le sue mani una sogliola di pezza a quadretti bianchi e blu e una cordicella rossa che conservo appesa a un travicello.
Con Antonella scompare una persona che per natura era portata a fare opere buone, una donna di alto valore intellettuale e morale; per me scompare soprattutto un’amica, mi sarà difficile, se non impossibile, lenire il dolore della sua mancanza.
odellac luglio 2020
Potremo sempre comunque pensare di poter continuare a dialogare con lei
Lettera in occasione del suo compleanno nella prima estate senza di lei
Comment
4 agosto, il giorno dopo il compleanno di Antonella. ‘Un buon non compleanno’ a te amica cara.
‘Unbirthday’ nell’originale inglese è un’invenzione del Cappellaio Matto in “Alice nel paese delle meraviglie”. L’espressione ci faceva ridere , ci divertiva. Ci siamo augurate per anni un buon non compleanno. Ci intendevamo al volo sul significato da dare alla buffa invenzione del Cappellaio Matto.
Non riesco ancora a scrivere a Te e di Te. Leggo i tuoi messagi , le tue mail, i tuoi articoli, i tuoi commenti e per il momento non mi sento ancora abbandonata.
Nella sezione Commiati del blog di Massimo ho letto una citazione, la prima mi sembra, di un’intervista ad un De Mauro (forse il figlio di Tullio De mauro) che diceva che la morte di qualcuno a noi caro, vuol dire rimanere soli ad affrontare le cose, a non poter più fare certe cose insieme a quella persona , quindi ci costringe a crescere perché ci costringe a fare da soli quello che facevamo insieme a chi muore. Sono consapevole che non potrò più ridere con te in diretta, ma sorriderò al ricordo delle tante risate fatte insieme. Noi due ridevamo molto. Tu mi contagiavi con la tua autoironia.
Non mi sento ancora priva di te poiché possiede uno scrigno pieno di ricordi di noi due. Faccio tesoro del ricordo. Ricordare è riportare al cuore .
Un Buon Non Compleanno Antonella !